CORTE DI CASSAZIONE, SEZ. IV PENALE – SENTENZA 14 dicembre 2011, n.46472
Non risponde di omicidio colposo il sanitario che, pur in presenza di tracciati cardiotocografici che evidenziano sofferenza fetale, omette di intervenire per accelerare il parto con intervento chirurgico, determinando il decesso di un neonato e la nascita del gemello con grave danno encefalico. La presenza di una pregressa condizione patologica dei feti non consente di affermare senza dubbio che le ultime ore del parto siano state decisive per l’insorgenza dei danni.
CASUS DECISUS
Una donna in avanzato stato di gravidanza gemellare veniva ricoverata di notte presso un ospedale. Il medico di guardia del reparto di ostetricia, pur in presenza di tracciati cardiotocografici che evidenziavano sofferenza fetale, ometteva di intervenire per accelerare il parto con intervento chirurgico. Si giunse ad un parto naturale, a seguito del quale un figlio decedeva, mentre l’altro riportava un grave danno encefalico. Al sanitario si rimproverava di avere trascurato i dati allarmanti e di avere omesso le iniziative che la situazione imponeva. Il giudice di seconde cure, confermando la pronuncia di primo grado, lo assolveva escludendo l’esistenza della prova certa in ordine all’evitabilità degli eventi per effetto di una tempestiva esecuzione di parto cesareo. Il Procuratore generale della Repubblica ricorreva per cassazione.
ANNOTAZIONE
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