Cosa vede il cittadino in Tv? Quale percezione del dramma degli Operatori Sanitari?
Si, state a casa voi che potete! Ormai lo sanno pure i muri.
Voi che potete, rilassatevi e tenetevi occupati con qualcosa; e se non sarete stanchi dello smartworking, unitevi insieme alla famiglia (voi che l’avete vicina), e guardate tutti insieme un tragico film che va in onda da febbraio a reti unificate, su tutto il territorio italiano.
Se vi siete persi qualche puntata della fiction “Operatori sanitari contro Covid-19”, non lagnatevi, tanto una volta accesa la TV, le repliche si susseguono incessantemente. Si perché, non si avanza nella trama, è tutto fermo ancora nella solita farsa, in un teatrino, che gira ancora intorno alla prima puntata, una giostra senza freni, che ruota e rimane allo stesso tragico punto.
Se per alcuni di voi può sembra cruento il titolo, non preoccupatevi, visto che ho usato il più elegante per non farvi sobbalzare dal sofà.
Comunque vale la pena ricordare, a voi che potete stare a casa, a voi che fino a l’altro giorno ci prendevate a schiaffi e pugni, che esistono altri titoli da dare a questa pantomima che vi somministrano (tanto per usare un nostro termine) tutte le reti, con dovizia di particolari.
Si potrebbero usare altre e più esaurienti attinenze da “copia-incolla”, dato che non potete neanche lontanamente immaginare la nostra vita all’interno.
Si perché anche noi come voi siamo in un ambiente chiuso, con l’unica differenza che il vostro è
sicuro ed il nostro pericoloso e buio: siamo all’interno di un virus che pur con la sua infinitesima
piccolezza, ci ingloba tutti e pian piano ci consuma e ci sta ingoiando uno ad uno.
Se è vero che non bisogna credere a tutto ciò che la televisione ci propina?
Fatemi la seconda domanda!
Vero è, che dall’interno abbiamo notato come ci vedete: sembriamo protetti, degli astronauti pronti al lancio, corazzati come non mai sembriamo lavorare in sicurezza e che niente ci può scalfire, ma così non è.
E’ una fiction quella che vi fanno vedere, non avendo molte immagini disponibili, la registrazione si focalizza su quelle poche in dotazione, e si rigira il nastro, ormai consumandolo.
Invece, non potete capire quanto sia vero per noi (rimanendo nella tragicità, perché con le buone non lo sta capendo nessuno), essere come dei morti-viventi, che camminano e respirano la tragedia; come degli aspirapolvere ripuliamo, spostiamo il virus e lo rigurgitiamo sui colleghi, su altri pazienti, in altre stanze e corsie, nelle nostre case.
Abbiamo ormai la morte addosso, e sapete chi ce l’ha gettata?
Uno stupido rincorrersi di linee guida, uno scellerato gioco al rimpiattino, una moscacieca di studi scientifici, di gelosie e contrasti politici e di Stato.
Allora, è un gioco al massacro direste. Bene, vedo che state intuendo la trama di questa fiction sanguinolenta. Però è quasi vero, ma al ribasso, dato che nel SSN attualmente, si sta consumando più che altro un omicidio in diretta! Un omicidio di operatori sanitari che lavorano pensando di salvare vite: forse ogni tot vite salvate, uno di noi si deve pur sacrificare, d’altronde il virus vuole sacrifici, vuole giocare con la vita.
Ma è anche qualcun altro che gioca con la nostra vita.
C’è un gioco sconsiderato che si consuma fin dal primo giorno, ed è quello che ci vede scoperti in un campo di battaglia, aperto e sconfinato, sotto un fuoco di un nemico, che mira ai nostri occhi, non avendo occhiali protettivi e visiere, attaccandosi ai nostri capelli, non avendo cuffie e copricapi, appestando le nostre guance e labbra, non avendo mascherine, entrando nel nostro corpo non avendo camici protettivi e tute apposite.
Avete capito bene infine!
Per rigidi ed incomprensibili protocolli, per spregevoli delibere, per assurde volontà di chi ci ha gettato nell’arena indifesi, si gioca fin dal primo ciak sulla nostra vita.
Oggi non è il virus che sta scegliendo chi debba morire.
E’ ben altro che ci sta stroncando la vita!
Benvenuti nella realtà!
Giovanni Trianni
Infermiere Legale Forense
Ufficio Stampa APSILEF