In relazione al comunicato stampa emesso dalla Federazione Toscana degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri che dichiara la propria ferma opposizione al processo di “depotenziamento”del sistema 118 della Toscana, sarebbe opportuno sottolineare alcuni aspetti meritevoli di una disamina mi accurata.
L’ottimizzazione di un Servizio Sanitario (a maggior ragione quello di Emergenza) passa attraverso meccanismi di valida regionali e nazionali, in tal senso ritengo sia fortemente sbagliato parlare di “sostituzione” tra figure professionali che rimangono ben distinte e con ambiti di competenza specifici di cui mantengono titolarità esclusiva (secondo i dettami di legge).
Questo non toglie che vi siano tra le professioni sanitarie aree di “complementarietà” (badi bene la sovrapposizione di alcune azioni è finalizzato al raggiungimento e mantenimento dell’obiettivo “Salute” che è da intendersi comune, mantenendo però ben distinti i profili); il non saper distinguere ciò porta a pericolosi fraintendimenti (l’infermiere non si può sostituire al medico e viceversa poiché ci sarebbero gli estremi per l’esercizio abusivo della professione in entrambi i casi).
Ma è pur vero che nel raggiungimento di alcuni risultati posso coesistere sfere di intervento comuni che per la loro natura non sono esclusive e che se condivise, redatte in forma scritta (linee guida, procedure e protocolli) e sottese al metodo scientifico (ossia conformi alle evidenze scientifiche) possono essere svolte in autonomia da entrambe le figure.
Rimanere ancorati a concetti anacronistici di sudditanza culturale alla figura medica (o banalizzare il discorso ad un mero confronto di anni di studio) è palesemente errato; le competenze nell’area dell’emergenza vedono ormai l’infermiere (alla stregua di tutte le altre professioni sanitarie) “protagonista e responsabile” delle azioni compiute e delle conseguenze che queste possono avere sul paziente.
In tal senso sono sempre più convinto che la “qualità” delle cure passi attraverso meccanismi di ottimizzazione dei processi ed attribuzioni delle responsabilità; in questo processo non si può non tenere conto delle competenze acquisite e riconosciute di cui il mondo Universitario deve farsi carico (in via esclusiva) oltre che garante agli occhi del cittadino.
Francesco Paolucci, Ufficio Stampa APSILEF.