Troppo spesso apprendiamo dalla cronaca fatti relativi alla professione infermieristica lesivi della dignità e del decoro o accostamenti più o meno espliciti legati a luoghi comuni.
Si assiste inerti e l’unico luogo in cui sembrerebbe essere esternato il pubblico sdegno sono i social.
Luogo in cui i “commenti” sono numerosi e le critiche “severe”; tutta questa indignazione però nella vita” reale” sembra scomparire o almeno affievolirsi.
Le “grida” lasciano posto alla rassegnazione e alla pacatezza e “l’ideale di Servizio” torna ad imperare.
I “leoni da tastiera” si trasformano in mansueti agnellini ed il “gesto assistenziale” rasserena gli animi, anche quelli più “impetuosi”.
Ritengo sia imprescindibile la difesa da parte del professionista della pubblica immagine. L’esortazione è alla condanna di ogni episodio al proprio Ordine di appartenenza al fine di trasformare i propri “commenti” in azioni concrete.
La maturità di una professione si esprime anche attraverso una puntuale, tempestiva e soprattutto efficace difesa della sua immagine pubblica in tutte le sedi e modalità previste dalla normativa.
Francesco Paolucci, Ufficio Stampa APSILEF