Stop agli episodi di violenza commessi ai danni degli esercenti le professioni sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni.
Con Legge 14 agosto 2020 n. 113, Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni, è istituito presso il Ministero della Salute l’Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza degli Esercenti le Professioni Sanitarie e Socio Sanitarie.
Troppi gli episodi di aggressioni fisiche e verbali che si sono avvicendate negli ultimi anni contro il personale sanitario e socio-sanitario, pagine e pagine di cronaca intrise di tali fatti. Il legislatore non poteva continuare a lasciare soli i professionisti e a non intervenire in materia. Si ricorda, infatti, che secondo la federazione delle aziende sanitarie il bilancio delle aggressioni avvenute nel 2019 è di circa tremila episodi e secondo i dati Inail si verifica un’aggressione ogni tre giorni.
Per far fronte a quella che potremmo definire una vera e propria emergenza, all’Osservatorio sono stati attribuiti compiti di monitoraggio degli episodi di violenza ai danni degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni; di promozione di studi e analisi per la formulazione di proposte e misure idonee a ridurre i fattori di rischio negli ambienti più esposti; monitoraggio dell’attuazione delle misure di prevenzione e protezione a garanzia dei livelli di sicurezza sui luoghi di lavoro (d.lgs 81/08), promuovendo anche l’utilizzo di strumenti di videosorveglianza; promozione della diffusione delle buone prassi in materia di sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie anche nella forma del lavoro di equipe; promozione dello svolgimento di corsi di formazione per il personale medico e sanitario, finalizzati alla prevenzione e alla qualità della comunicazione con gli utenti.
Attraverso il supporto dell’Osservatorio Nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza nella sanità (art. 3, L. 24/2017), l’Osservatorio acquisisce i dati regionali relativi all’entità e alla frequenza del fenomeno, anche con riguardo alle situazioni di rischio o di vulnerabilità nell’ambiente di lavoro. Infatti, è l’Osservatorio Nazionale sulle buone pratiche sulla sicurezza nella sanità che acquisisce i dati dai Centri per la gestione del rischio sanitario e la sicurezza del paziente (art. 2, comma 4, L. 24/2017) e li trasmette, tramite l’Agenas, all’Osservatorio di cui alla legge in commento.
Altresì, al fine di prevenire episodi di aggressione o di violenza, la norma prevede che le strutture, sanitarie e socio-sanitarie, dove operano i professionisti prevedano nei propri piani per la sicurezza misure volte a stipulare specifici protocolli operativi con le forze di polizia per garantire il loro tempestivo intervento. Pertanto, da tale normativa ne deriva il possibile ampliamento delle responsabilità del datore di lavoro rispetto agli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie, che riempie di contenuto l’art. 2087 c.c., in quanto il titolare del rapporto di lavoro è colui il quale deve assicurare condizioni di lavoro volte a garantire l’integrità psico-fisica del lavoratore. Deve adottare tutte le misure idonee a prevenire sia i rischi insiti all’ambiente di lavoro, sia quelli derivanti da fattori esterni e inerenti al luogo in cui tale ambiente si trova, atteso che la sicurezza del lavoratore è un bene di rilevanza costituzionale che impone al datore di anteporre al proprio profitto la sicurezza di chi esegue la prestazione. Occorre però ricordare che il datore di lavoro non può essere sempre riconosciuto responsabile per gli infortuni avvenuti ai dipendenti in azienda, ma lo è solo quando il sinistro sia riconducibile ad un suo comportamento colpevole, collegato alla violazione di uno specifico obbligo di sicurezza imposto da norme di legge, ovvero, desumibile dalle conoscenze sperimentali o tecniche del momento.
In virtù della problematicità sociale e culturale che emerge dall’analisi del fenomeno in questione si è reso necessario sensibilizzare la popolazione prevedendo da parte del Ministero della Salute la promozione di iniziative di informazione sull’importanza del rispetto del lavoro del personale esercente una professione sanitaria o socio-sanitaria, incoraggiando la realizzazione di progetti di comunicazione istituzionale. A conferma di ciò vi è l’istituzione della Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari che sarà celebrata annualmente in una data stabilita con decreto del Ministro della salute, di concerto con i Ministri dell’istruzione e dell’università e della ricerca, con lo scopo di sensibilizzare la cittadinanza a una cultura che condanni ogni forma di violenza.
Dott.ssa Binotti Daviana, membro Ufficio Stampa Apsilef e Consulente Legale Apsilef