Continua a cascata l’apertura degli Albi specifici per Consulente e Perito in “Infermieristica”.
APSILEF raccoglie i frutti della lotta per la valorizzazione della specialistica Legale Forense, spianando la strada verso il III Congresso Nazionale 2019.
Dopo i Tribunali di Bologna, Rovereto (TN), Genova, Teramo, Vasto (CH), Crotone, Siracusa, Catania, Messina, Gela (CL), Agrigento, Pescara, Belluno, Santa Maria Capua Vetere (CE), Napoli Nord, Civitavecchia, Rieti, Modena, Roma, Reggio Calabria, Novara, Rovigo, Sondrio, anche quelli di Pordenone, Bergamo e Bolzano hanno aperto una sezione speciale negli Albi dei Consulenti e Periti e cioè quella di Infermieristica, accogliendo ufficialmente numerosi associati APSILEF, dei quali solo il 6% possiede la Laurea Magistrale conseguita precedente alla data dell’accordo tra Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), Consiglio Nazionale Forense (CNF) e Federazione degli Infermieri (FNOPI).
Un noto proverbio inizia recitando “Chi semina vento…” Ed io nella mia volontà e onere positivo atti a dimostrare l’utilità indiscussa di un cambiamento, di un nuovo sentimento dell’essere infermiere, lo finisco con “..Prima o poi gonfia le vele, ed approda in porto sicuro”.
Sarò impopolare, forse per la mia disgregante “fattapposta” questione la Treccani mi bandirà da consultazioni di letteratura online, ma il mio obiettivo è scuotere ed ancora sradicare convinzioni striscianti, che stanno insidiando nello specifico la famosa competenza trasversale e cioè quella in infermieristica legale forense, minando seriamente in toto l’universo delle “speciali competenze”: vulnologia, gestione P.I.C.C., area critica, sala operatoria, cure palliative, e tanti altri “eccetera” al quadrato.
Oltre alla lunga attesa della valorizzazione contrattuale e organizzativa aziendale già da tempo prevista, sfianca e avvilisce un rincorrersi e girare intorno tallonando la propria ombra; correndo e correndo su di un tapis roulant fino ad un dimagrimento delle competenze delle quali ci stiamo continuamente nutrendo.
Il ricordo della piccola barchetta, sulla cui prua svolazzava la bandierina IPASVI, che in una notte buia, nebbiosa e tempestosa e senza luci di posizione, aveva preso il largo nel lontano 2005, cominciando a vagare nell’oceano della “Pangea” infermieristica delle nascenti abilità, è ancora vivo in noi.
Punto focal-infuocato fu l’accordo tra il Consiglio Superiore della Magistratura, Consiglio Nazionale Forense e Federazione FNOPI, sulla scia (più che altro su una tanto, ma tanto “falsa riga”) del precedente stipulato con la FNOMCeO.
Mai l’essere sulla stessa barca fu così proverbiale. Una vicinanza professionale nella quale crediamo con profondità di coscienza.
L’esempio vuole richiamare fortemente uno coinvolgimento sentito e unanime il cui cardine è rappresentato da saperi specialistici per la crescita della professione infermieristica, il quale sviluppo diffuso notevolmente in questi ultimi anni, sta determinando l’innalzamento della qualità e della sicurezza delle prestazioni e di riflesso delle cure.
Il professionismo competente con alto valore di expertise non si acquisisce di certo con la Magistrale, tanto invocata implacabilmente e inserita nei requisiti primari di accesso negli Albi dei Tribunali come Perito e Consulente. O almeno non può essere un requisito essenziale a garanzia di qualità espressiva di competenza tecnica assoluta e specifica nel dato settore (inf. legale forense, wound care, area critica, ecc.).
Facciamo un esempio. Un collega dopo anni di lavoro in Unità di Terapia Intensiva con Master di I Livello in accessi venosi o Area Critica, ecc., con la volontà di intraprendere l’esperienza della consulenza, chiamato in causa grazie al proprio sapere e scienza ad esprimere un parere tecnico nei contenziosi sanitari (in virtù dell’art.15 della Legge Gelli), non può chiedere l’iscrizione agli Albi del Tribunale, in quanto secondo il precedente accordo CSM, CNF e FNOPI non è abbastanza specialista, mancando a salire un ultimo gradino, cioè quello della Laurea Magistrale.
E sia ben chiaro che non per colpa del CSM, né del CNF, ma per assoluto merito della Federazione degli Infermieri.
Cioè facendo passare in secondo piano (come requisito secondario), la lunga esperienza del Servizio e il titolo di Master di I Livello, quasi a dire “carta straccia”, “Hai studiato per niente”, “Ti sei formato per gioco”, “Hai speso soldi in bruscolini”, “Mettiti lì nell’angolino del tuo repartino”,”Solo la Magistrale ti forma completamente. Poi, stai tranquillo, tanto dopo (se ti è rimasto 1 Euro) con un corso di poche ore in Procedura Civile e Penale, qualche puntata di Law & Order e de La Signora in Giallo, sarai pronto alla chiamata del Giudice”.
Dobbiamo essere tutti consapevoli che questo, per fortuna e buon per loro, non è previsto per il Medico (ratificato nuovo accordo ad hoc nel 2018) e per le Ostetriche (FNOPO), anche in attuazione dell’art. 14 del Protocollo d’intesa tra CSM, CNF e FNOMCeO firmato il 24 maggio 2018, e maxi Ordine Professioni Sanitarie (FNOTSRM-PSTRP) per i Tecnici di Radiologia, di Laboratorio, Osteopati, Fisioterapisti, ecc., che grazie alla estrema sensibilità sul tema dei propri Organi Direttivi, hanno reso confluenti gli alti valori specialistici in un accordo rispecchiante le corrette caratteristiche già acquisite.
Come mai la FNOPI viaggia su di un binario divergente? Su di un solo binario, con un solo vagone, lungo un unico tragitto, in un pianeta lontano?
Avevamo ragione ad intraprendere una disputa, a voler decidere di solcare un oceano sul quale qualcuno non smette di invocare marosi e fortunali, cercando di “corrompere” anche Eolo. Perciò teniamoci saldi nonostante il vento che tira ed onoriamo un’altra mèta acquisita, sicuri che un importante tassello si è aggiunto ad una entità, la nostra che pur nella specificità, spazia e dilata una valenza al di là dell’aspetto assistenziale, argomento che affronteremo al 3° Congresso Nazionale a Milano nel prossimo novembre.
Infermiere Legale Forense
Ufficio Stampa APSILEF
Giovanni Trianni