A volte mi assopisco senza spunti nè pretese, e me ne rammarico, non avendo stimoli e non ricevendo gomitate di ammiccamento da questa o quella notizia, da scrivano incallito che sono.
Poi avvertendo un tumulto non lontano, su un terreno quale quello della salute, mi riaccendo, e cerco di smuovere davanti a me quel velo che sento, per capirci meglio qualcosa che mi giustifichi delle azioni e un pensiero, prima che sia troppo tardi!
Sia polvere sollevata al vento, sia inutile vociferare, tutto rimane legato in un limbo di saperi quello che vede uniti il medico e l’infermiere su di una striscia professionale protetta da filo spinato che li separa.
A forza viene intrapresa tale azione di separazione, e costituzione da parte di alcuni fautori, che han paura della miscellanea di scienza, di un fantomatico minestrone e sconfinamento della pratica infermieristica a conquistare suolo e colline da strappare ai medici arroccati sulle alture.
Così quell’odiato limbo forzatamente nasce, inconcludente, antipatico e tira dentro il povero paziente e noi tutti stanchi delle solite storie di chi ci vorrebbe non i un “bordo culturale” ma addirittura in un girone dantesco a svuotare in crateri che si affacciano sull’abisso, dei traboccanti pappagalli di lava fumante!
Ultimamente difatti avverto un fragoroso tumulto in una terra da definire a forza ” di confine”, illimitata ed allo stesso tempo aspra da calpestare, pericolosa e affatto giocosa come quella delle emergenze-urgenze: non si scherza con la salute altrui quando è un secondo a fare la differenza, non si montano e smontano come macchinine la scienza, l’evidenza, i protocolli e compagnia bella.
Era quasi tutto pronto per il prossimo marzo, la bella stagione primaverile avrebbe fatto da cornice al tavolo degli Stati Generali delle Emergenze Urgenze, insomma qualcosa di propositivo sarebbe fiorito nel giardino del buon senso.
Associazioni mediche ed infermieristiche con i relativi Ordini erano tirate a lucido a mettere in atto protocolli ed intese che muovesse meglio e più efficacemente la macchina delle Emergenze Urgenze.
Ma così non è stato: la consapevole presa di coscienza del proprio ruolo, una trasparenza di cambiamento unanime, distintivo per tutti, caratteristico ognuno per il proprio specifico sapere non è apparso, e neanche lontanamente è sembrato voler smuovere le volontà incrostate di molti, tanto da costringere le Associazioni infermieristiche che credevano in questa progettualità di dialogo a defilarsi. Prima a farsi da parte SIIET (Società Italiana Infermieri in Emergenza Territoriale) seguita dalla FNOPI che ha abbandonato il tavolo organizzativo dell’evento, ritirando tutti e tutto ciò che definiva una partecipazione attiva dell’Ordine infermieristico a suggellare un’adesione completa di interesse unanime della sentita e numerosa personalità professionale che rappresenta. A cascata e giustamente in linea con Federazione, condividendo il corretto sentimento di appartenenza si sono avviate all’uscita anche ANIARTI (Associazione Nazionale Infermieri di Area Critica) e GFT (Gruppo Formazione Triage).
L’azione adottata dalla Federazione Nazionale degli Infermieri e dalle Associazioni infermieristiche coinvolte è un passo decisivo di presa di posizione in conseguenza di percezioni avvertite all’interno del Comitato Scientifico plurilaterale neoformato che già rendeva, anche se ancora impercettibilmente, pericoloso un palesarsi di idee arcaiche che rimandano alle solite beghe anacronistiche, a discapito della multiprofessionalità.
Prendiamo atto che ancora l’infermiere è una figura di professionista non accettata concettualmente da molti, nello specifico dai più importanti compagni di equipe, cioè dai medici (per fortuna non da tutti); non si accetta ancora un’intellettualità diversa ma distinta, si passa il tempo a denigrare ciò che non si conosce alimentando polemiche sterili, anche su buoni propositi in partenza come questo.
Non si comprende ossessivamente e assennatamente, che un lavoro sinergico sia possibile, ognuno nel proprio scientifico sapere, ognuno con personali strumenti, con mire comuni e finalità lungimiranti.
APSILEF è per il dialogo ma non per il monologo. Siamo tutti consapevoli della nostra essenza professionale, che non permettiamo a nessuno di contrastare subdolamente con acredini.
Appoggiamo unanimi le decisioni di FNOPI e delle Associazioni infermieristiche SIIET, ANIARTI e GFT per la decisione di discostarsi da un tavolo la cui singolarità stava prendendo una considerevole piega.
Senza polemica restiamo in attesa e ci auguriamo che, mancando uno degli attori protagonisti come l’infermiere, lo “spettacolo” non continui, la scena venga chiusa, il palcoscenico smontato, l’evento rimandato, ma nutriamo seri dubbi.
Come possono le Associazioni mediche continuare e attivare la leva dello show must go on, in solitaria?
Vorremmo e crediamo che la primavera non sia solo una questione stagionale. Una fioritura di idee e cooperazioni intrise di freschezza dovrebbero contagiarci le azioni di pensiero, col cuore sempre teso a comprendere che da soli non si crea salute, che il confine rimane pur non proclamando guerre di conquista.
Vorrei capirci meglio, è una mia pretesa professionale ed intellettuale, sono un infermiere pensante….fin troppo, ma spesso sbaglio, spesso mi arrampico su idee malsane e intricate, ma la percentuale non la saprei definire.
Forse.
Ufficio Stampa APSILEF
Infermiere Legale Forense
Giovanni Trianni