Sul caso del licenziamento di 2 Infermieri e 1 Operatore Socio Sanitario all’ospedale Maggiore di Bologna ci sono polemiche, e come sempre sui social appaiono commenti ed interpretazioni dell’accaduto tutt’altro che oggettive; si pongono a supporto le proprie esperienze personali o peggio si da sfogo a liberi pensieri, immedesimandosi con gli imputati come in un’aula di giustizia (meglio se americana tanto di arringa finale).
Come sempre aspettiamo che gli organi preposti (e non i social ) accertino i fatti e soprattutto vengano ben identificate ed attribuite eventuali colpe e responsabilità.
Come succede spesso ultimamente le notizie vengono strumentalizzate per creare un effetto mediatico mirato al “consumo dell’informazione” e non alla ricerca della verità.
La domanda da farsi è….ma alla rete importa qualcosa dei soggetti interessati, delle loro famiglie o dei pazienti a cui verosimilmente è stata negata l’assistenza a cui avevano diritto?.
A voi la risposta; l’amara verità è che ormai subiamo l’informazione che viene imposta dalla maggioranza della comunità; letteralmente la “consumiamo” nel breve tempo di un “like” o di un commento senza chiederci nemmeno se è vera (quindi verificata).
L’importante è che venga condivisa e che qualcuno apponga un “like”.
Le responsabilità e le colpe che saranno individuate (se ci sono) avranno tanti natali, ma sono sicuro che le sorti degli interessati saranno orfane.
Prima di schierarsi tra accusatori e difensori (come moderni Guelfi e Ghibellini) mi schiererei con coloro che perseguono la verità e la giustizia.
Francesco Paolucci, Ufficio Stampa APSILEF.