L’interesse per la malattia e la morte è sempre e soltanto un’altra espressione dell’interesse per la vita (Thomas Mann).
Questa frase rappresenta la chiave d’apertura di un mondo “estremo”, respingente, ma pur sempre impossibile da non affrontare.
Ed il nostro collega Nicolò Scordato decide di cimentarsi in questo delicato compito, con il suo libro “I corpi senza vita, il punto di vista di un infermiere legale forense”, edito da Edizioni Nuova Prhomos, e disponibile nelle migliori librerie online. Si tratta di un percorso che espone, in maniera magistrale, il punto di vista di un infermiere legale-forense rispetto ad ambiti spesso taciuti e non indagati.
Nel corso dell’attività lavorativa gli infermieri hanno contatti con i corpi senza vita, dall’emergenza territoriale ed ospedaliera transitando attraverso i reparti di degenza e le sale operatorie; corpi intatti, corpi mutilati, corpi sconosciuti, corpi di diverse etnie e diverse religioni.
Nicolò Scordato da quasi 30 anni svolge la professione di infermiere lavorando in emergenza ospedaliera e territoriale, terapia intensiva e sala operatoria plurispecialistica; la sua esperienza all’interno del corpo militare volontario della Croce Rossa, gli ha permesso di partecipare a missioni internazionali in Africa e Medio Oriente unitamente all’esperienza di soccorso legate al sisma Abruzzo 2009.
Frequentando il master in Infermieristica Forense e gestione del rischio clinico, Nicolò ha deciso di pubblicare il suo lavoro, permettendo così a tutti noi di scoprire i corpi senza vita.
“Le nuove frontiere della scienza riescono a dare vita ad una nuova etica del corpo senza vita, è decisamente intrusiva la pratica di prelievo e di trapianto di organi che la moderna tecnica chirurgica, coadiuvata da tecnologia all’avanguardia, ha reso sempre più praticabile; eppure mentre la donazione degli organi è in Italia socialmente e culturalmente accettata, si parla poco di un tema delicato: la donazione del proprio corpo per finalità di studio, ricerca e formazione medico-chirurgica; può apparire macabro e disturbare la sensibilità suscitando resistenze psicologiche e culturali per il valore affettivo, simbolico e culturale che il corpo rappresenta: luogo della propria identità spirituale e biologica, mezzo di espressione di sé e punto di partenza nelle relazioni con l’altro.
Il corpo, una volta morto, rimanda alla persona cui è appartenuto in vita e la sua donazione per l’insegnamento e la ricerca, in particolare per le dissezioni anatomiche e la pratica dei futuri chirurghi, costituisce un atto di generosità e di solidarietà, a condizione che al corpo venga assicurato il rispetto dovuto alla dignità della persona”.
Questo solo un assaggio del meraviglioso percorso che vi aspetta se deciderete di leggere l’opera di Nicolò Scordato.