Proseguono le attività di APSILEF per l’apertura degli albi specifici nei Tribunali italiani.
Molti gli associati che hanno inoltrato istanza nei Tribunali di competenza territoriale per l’apertura di albo specifico e relativa iscrizione come CTU o PERITI.
La grande sinergia profusa da APSILEF per il raggiungimento anche di questi obiettivi (previsti da proprio Statuto) in collaborazione con le Federazioni Nazionali e Presidenti degli Ordini Provinciali delle Professioni Sanitarie, sta favorendo un’apertura anche in ambito giudiziario delle competenze dei Professionisti Sanitari Legali e Forensi.
A tal proposito, notevoli sono anche i riscontri positivi: negli ultimi 2 mesi sono stati aperti albi specifici per Infermieri Legali e Forensi nei Tribunali di Rieti e Rovigo.
Presidente APSILEF Mara Pavan
Risultato storico per le competenze specialistiche della professione infermieristica.
Le prime 2 colleghe con master post laurea di I livello in “Infermieristica Legale e Forense” hanno ottenuto il nulla osta all’iscrizione nell’albo dei CTU (consulenti tecnici d’ufficio) ed in quello dei Periti presso il Tribunale di Rovigo. Non è stato facile superare alcune resistenze al giusto riconoscimento di questa figura emergente di infermiere specialista, ma ora gli Infermieri Legali e Forensi sono una realtà anche nel contesto rodigino, ottenendo altresì la menzione nell’albo della specifica qualifica rivestita. L’accoglimento dell’istanza di iscrizione ha rappresentato il giusto coronamento del pluriennale impegno profuso dall’associazione APSILEF presieduta dalla sua Presidente Mara Pavan, la quale ha collaborato in sinergia con l’OPI di Rovigo nel raggiungimento di questo risultato.
Finalmente, da questo momento, nelle cause civili e penali concernenti la malpractice dell’esercizio professionale che coinvolgono gli infermieri, a giudicare sulla correttezza del loro operato in termini di perizia, prudenza, diligenza e di osservanza delle leges artis e della normativa professionale vigente, saranno i loro colleghi e non più il solo medico legale.
Infatti, come sancito dall’art. 15 della Legge n. 24/2017, nelle cause in cui si dibatte di responsabilità degli esercenti le professioni sanitarie, dovrà obbligatoriamente costituirsi un collegio di esperti, comprendente, oltre al medico legale, un professionista appartenente al pari profilo di quello sulla cui responsabilità si discute.
La portata epocale di questo riconoscimento è dovuta al fatto che non si tratterà semplicemente di un ausiliario del medico legale, ma di un vero e proprio professionista intellettuale autonomo, dotato di potestà valutativa e certificativa per quanto di propria competenza.
La presenza del medico legale rimane ineludibile per quanto concerne le valutazioni che gli sono proprie, come, a titolo esemplificativo, lo stabilire l’orario e le modalità di un decesso. Sarà invece di chiara competenza dell’infermiere forense la valutazione dell’agito professionale, come ad esempio l’aver adottato correttamente i vari interventi assistenziali, sulla base di un giudizio di prevenibilità/prevedibilità, onde poter far emergere o escludere eventuali profili di responsabilità in capo al professionista.
Questa figura, sviluppatasi in Italia nel 2004, con un ritardo di circa 10 anni rispetto al mondo anglosassone, si trova investita di un’enorme responsabilità, poiché è posta nelle condizioni di orientare non solo le decisioni degli organi giudicanti, ma anche la linea d’azione della magistratura inquirente e dei legali di parte, dato che anch’essi faranno riferimento a questi esperti, con tutte le possibili e rilevanti ricadute nella sfera soggettiva dei professionisti coinvolti.
Il Presidente OPI Rovigo dott. Marco Contro