“Il PM della Procura di Cosenza, Salvatore Di Maio, ha chiuso le indagini nei confronti di Antonio Caputo, responsabile dell’Avis di San Giovanni in Fiore, accusato di lesioni personali colpose, nell’ambito del processo cosiddetto “Sangue infetto”. Il gup aveva inviato gli atti al pm sulla posizione di Caputo, al termine dell’udienza preliminare che riguardava gli imputati del procedimento principale, che ha coinvolto i vertici e alcuni medici dell’ospedale “Annunziata” di Cosenza. Procedimento che ha preso il via il 9 luglio del 2014 per fare luce sulla morte, avvenuta nell’estate del 2013, di Cesare Ruffolo, un pensionato di Rende. Ruffolo aveva effettuato una trasfusione, all’Annunziata, con una sacca che poi si è scoperto essere contaminata dal batterio letale serratia marcescens.
Secondo l’accusa, Caputo «per imprudenza e imperizia» avrebbe causato lesioni ai danni anche di Francesco Salvo, che, nel giugno del 2013, a seguito di una trasfusione di sangue subì uno shock settico. L’agire dell’indagato avrebbe messo in pericolo la vita di Salvo. Le ulteriori indagini – coordinate dal procuratore capo Dario Granieri – hanno evidenziato che il prelievo, la raccolta e la conservazione del sangue sarebbe avvenuta in ambienti inadeguati e non idonei, e dove l’accesso al pubblico non era controllato. Non ci sarebbe stato un adeguato monitoraggio della contaminazione batterica e del trasporto delle sacche. A Caputo viene contestato un atteggiamento di negligenza e imperizia anche nella vicenda di Ruffolo. Il responsabile dell’Avis, assieme a Luigi Rizzuto, dirigente medico dell’ospedale di San Giovanni in Fiore – rinviato a giudizio – avrebbe causato la morte di Ruffolo.”
Fonte: Corriere della Calabria
IL RISARCIMENTO DEL DANNO NON HA TEMPI DI PRESCRIZIONE: C’è da aggiungere un’importante novità in tema di prescrizione del diritto all’indennizzo per essere stati infettati da sangue infetto. A fine 2008 i Tribunale di Milano ha dichiarato l’imprescrittibilità del diritto all’indennizzo ex lege 210/92 sul presupposto che trattasi di principi solidaristici garantiti dalla Costituzione e, come tali, non possono essere dichiarati prescritti. Al massimo, si può decadere dai ratei maturati precedentemente alla domanda, con pieno diritto a riscuotere i successivi. Corte Appello Milano 148/2009