Come in un film già visto si ripete nella mente lo stesso finale nonostante i colpi di scena.
Ma ricapitoliamo la trama del grande film andato in onda sugli schermi italiani nell’ultimo periodo.
All’improvviso ci si è resi conto che la sanità ha bisono di meno dirigenti e più operatori, meno promesse e piu DPI; si grida allo scandolo e tra un sacco di immondizia al posto dei camici si affronta l’emergenza.
Grandi eroi ci hanno dipinto, alla stregua di Batman ed Ironmen; ma a distanza di nemmmeno 3 mesi eccoci ripiombare nel dimenticatoio… òdella serie “tutti servono ma nessuno è indispensabile”.
Si ritorna nella cuccia in cui ci hanno reclusi e con la coda tra le gambe.
Anzi, vi dirò di più, se non siete abbastanza scontenti vi togliamo anche la docenza ai corsi di laurea per infermieri.
Ebbene sì, dalle stelle alle stalle pagando anche gli interessi.
Siamo una grande famiglia professionale, rappresentati da una grande Federazione degli Ordini.
Anche loro silurati da tutti, da inprescindibili rappresentanti ad assenti giustificati.
Bisogna farsi una grande domanda a mio avviso?… il nostro peso nella società come viene misurato?… certamente non con le videoconferenze, o visibilità a tavoli dove è palese che non si conta nulla.
Da sempre sono stato contrario a spettacolarizzazioni, ma devo riconoscere che il flash-mob dei colleghi piemontesi ha smosso più coscenze tra gli infermieri che le “apparizioni” sui social.
La chiave di lettura in tutto ciò è riassumibile in... “otteniamo quello che meritiamo e se non siamo in grado di lottare, raccogliamo quello che ci si offre senza dimenticarci di ringraziare educatamente attegnendoci alle norme dontologiche.
Francesco Palucci, Ufficio Stampa APSILEF.