La grande differenza tra il dire ed il fare al tempo del coronavirus.

In questi momenti difficili la differenza tra il dire ed il fare assume una valenza vitale.
Gli annunci, i sensazionalismi e le glorie personali (o di pochi) si infrangono inesorabilmente difronte ai drammi umani a cui stiamo assistendo.
Tutte le superficialità vengono meno, contano i “FATTI” e le chiacchiere non hanno voce in capitolo, anzi andrebbero fortemente sconsigliate (per non dire azzerate).


La prima domanda che un infermiere deve porsi è “cosa posso fare per dare il mio contributo”, e la risposta degli infermieri italiani e’ stata chiara, forte ed assordante…..
“Ci siamo e ci saremo sempre per i nostri pazienti”…(nonostante tutto mi verrebbe da dire)…, non cosi forte invece è stato il contributo nel “Fare” da parte degli Ordini delle Professioni Infermieristiche.

Al netto di qualche videomessaggio (che nessuno ricorderà), vi è stata una “assenza assordante” da tutti i punti di vista, non ultimo nella difesa degli iscritti.
Difendere i propri iscritti deve essere un dovere ed una priorità morale (il suo fine ultimo), attività questa che non può essere delegata ad “altri” ma deve essere “interiorizzata” e soprattutto “esercitata”.

Tutta questa “ASSENZA” è sconcertante e mi lascia personalmente basito ed amareggiato. Non voglio credere che sia solo la dimostrazione di una “inadeguatezza” di sistema.

Fatti concreti, occorrono questi ora…. iniziative, nette prese di posizione (sulla tutela degli iscritti, disponibilità di DPI, indennità aggiuntive, supporti alle famiglie)…e tanto altro…..e invece (lentezze, inteventi letargici “le così dette balanzonate”)….dove l’unica cosa che scorre è il tempo e così la memoria.

Mai come in questo momento bisigna essere uniti per ridisegnare il ruolo del SSN dove siamo di diritto “protagonisti” e non vittime sacrificali.

Francesco Paolucci,

Ufficio Stampa APSILEF.

 

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