Fine anno fa rima con bilancio, forzatamente. Ci si sforza cioè, di seguire fedelmente, secondo canoni attesi e indissolubili, l’idea gioiosa di sintetizzare e rendere plausibile il resoconto di vita nei 300 e passa giorni, ormai del tutto trascorsi. E sia ben chiaro, qui è in ballo la vita professionale di gran parte della coorte sanitaria italiana: 440.000 circa infermieri, uno in più, uno in meno non fa molta differenza. Qualcuno in più, legato al concetto di virtù della “ramazza”, lo jin e lo jang; qualcuno in meno, sotteso ed inebriato di carattere nobile e irriverente “infermiere-non-più-professionale” ma Professionista, o caparbiamente evoluto con formazione specialistica Legale e Forense come noi poveri emarginati e di serie B. Un ringraziamento particolare va a i Vertici Infermieristici.
2018 Questo indelebile anno, ha visto aprire e chiudere vari sipari e scenari. Sipari su di un palco antico e radicato come il demansionamento, duro a morire, inciso nella pietra e nel cuore di molti di noi, serpeggiante e con in dosso i costumi di scena del falso buonismo, delle missed care, delle cure di base disattese per l’eccesso di “deficienza” della gran parte di noi. Un ringraziamento tutto d’un pezzo ad una Dott.ssa Fellow, della quale non ricordo il nome.
Un ringraziamento con tutto me stesso ai nostri soci-colleghi: Ostetriche, Tecnici Sanitari di Radiologia, Tecnici Sanitari di Laboratorio, Fisioterapisti, Osteopati, tutti Legali e Forensi, che sono rimasti ai margini (buon per loro), in quanto non li toccava minimamente la diatriba innescata dal fatidico e tanto sofferto accordo tra FNOPI-CSM-CNF con le aberranti linee guida emanate dalla Federazione infermieristica come una “deiezione” che intaccava di sottecchi l’impianto post-base che essa stessa aveva da anni promosso, curato e “messo al mondo” ma poi sotterrato. Soci pazienti e imperturbabili di fronte a tanto clamore, essendo inconcepibile nel loro “mondo” un tal riverbero di pazzia. Soci mai più felici di sentirsi stigmatizzati, avvertendo un sentimento di fierezza per non far parte di una Federazione con umore oscillatorio, ma di altre più ferme e coerenti con i valori fatti ben emergere della specialistica, come FNOPO e Ordini TSRM PSTRP. Grazie ancora per i vostri sorrisi incoraggianti e il supporto che ci è anche servito a mò di sprone; e la tanta pazienza a sopportare le nostre grida da neonati, che abbandonati ci dimenavamo nella culla abbandonati ahinoi al nostro destino sui gradini dell’Ateneo.
Ci avete spronato ad andare avanti sulla strada intrapresa, su un campo che ad un certo punto prese le forme di una piana di battaglia, dove sembravamo accerchiati da Generali “diversamente” giuristi e “sedicenti valorosi” della Professione, che tornavano, dopo ogni nostro articolo da “scrivani”, al solito piagnisteo verso la collina sulla quale occhi di fuoco ci sbirciavano nel binocolo stràbico di chi imperava. Una battaglia di parole è come un vortice, ti avvolge, vorrebbe entrarti nelle ossa a edulcorarti e ammaestrare quella tua fioca luce di speme nel futuro, vorrebbe farti suo annebbiandoti il retto pensiero di cultura tanto sofferta. Ma ce la cavammo tenendoci aggrappati a noi stessi, senza i rinforzi in campo da parte dell’esercito della Consulta delle Associazioni Infermieristiche, al quale va un ringraziamento per non averci difeso nel momento del bisogno e sollevato con noi scudi comuni. Grazie per aver fatto finta di niente e non aver compreso che l’abbattimento a suon di caterpillar della specialistica post-base, con successivo “muramento” a vivo di tutti i Master di I Livello, riguardava anche voi.
Grazie a pochi e unici amici come AADI Associazione Avvocatura Diritto Infermieristico e NoiSiamoPronti che ci hanno sempre sostenuto e sostentato con il proprio “verbo” indagante la verità oscurata da altri. E nell’oscurità dilagante accendono, come nessuno osa mai, quel quid di protezione e comprensione, che ci incoraggia ad essere infermieri. Grazie
Grazie alla politica, soprattutto in questi ultimi giorni. Alla politica-sanitaria-dell’invidia-mascherata, che ha potuto insinuarsi nella vicenda Venturi, da cui la radiazione dall’Ordine del povero Dottore, al quale va ancora tutta la nostra stima per il comportamento di immensa professionalità ed intellettualmente onesto dimostrato, con il lavoro portato avanti e poi stroncato da una scure di dappochezza strumentale. Grazie ancora Dottore.
Un grazie alla paura. Una paura crescente ed ammorbante, dell’Infermiere preparato, dell’Infermiere ormai pronto da tempo a prendere parte al protagonismo multidisciplinare di questo nostro SSN, con onestà scientifica e volontà di dimostrarne il valore.
Grazie ancora ai Vertici Infermieristici, che in quel fine autunno caldo e prospiciente ghiacciato inverno, ci hanno fatto capire che il vortice di parole era solo un leggero soffio di brezza e inesistente, come un soffio congenito al cuore, come scosse di assestamento dopo il “big one” della faglia di S.Andrea, come parole dette in uno scopone scientifico a tavolino d’un bar. Eravamo stati noi a capire male, noi a non aver studiato la lezione amorevole in quell’inizio d’autunno, noi a non capire il bene ìnsito nelle parole mal dette, il qui pro quo insomma, l’ermeneutica ermetica. Ora il campo è sgombro di nubi e di dubbi, gli Albi dei Tribunali si stanno spalancando, forse, potrebbero, considerando il giusto percorso, la cultura che sarà valutata dagli OPI, dimostrando carte alla mano che ti dai da fare come nel reddito di cittadinanza. Ma attenti la Magistrale ha la priorità, l’indagine dell’acuminoso spigolo del comodino, della scelta delle setole ad hoc per la “ramazza” e il computo della diuresi strizzando le urinate lenzuola (come da richieste dei test d’ingresso) è sempre utile per le missed care. Lungi da me il sembrar sprezzare tal percorso. E’ utile, ma da ricostruirne le basi e per altri scopi. Ma una cosa rimane in piedi. Riguarda il pericolo di aver commesso e di reiterare nel futuro comportamenti “disdicevoli”. Dopo giri di parole e sotterfugi velati, nel Protocollo del contendere ci si blocca ancora sui procedimenti disciplinari, non considerando la possibilità dell’innocenza della commissione della “marachella”, ma il neo si manifesterebbe solo perché c’è l’avvio di uno di essi. Ma chi ha ucciso chi? Chi sta affrontando un Processo? Io mi sto preoccupando perciò, per le mie di “marachelle”: sapranno i Giudici che da piccolo sputavo per terra nei campetti di calcio? Forse che non sono stato un buon chierichetto? Le ostie non le ho mai rubate. Anzi una volta sono pure svenuto per colpa del troppo incenso. Quindi per questa “pulce nell’orecchio”, grazie alla nostra Federazione. Grazie di aver imposto questo limite invalicabile., “giustificato” e divenuto improvvisamente e magicamente (ma forse avevamo capito male tutti) di tipo “ordinistico”. Grazie dal profondo.
Un vero grazie di cuore alla nostra Presidente Mara Pavan, animo pulsante di APSILEF e trainante nel futuro che ci attende. Grazie per questo anno ed i risultati magnifici del nostro II Congresso a Bologna. Senza di te ci sentiremmo persi, ed andremmo alla deriva su questa barca della specialistica. Grazie anche a Muzio Stornelli, il nostro Responsabile Ufficio Stampa, precursore ed essenza del “sempre sul pezzo”, ineguagliabile Maestro di questo piccolo stuolo di “scrivani”. Ma proprio piccolo: lui, io e Francesco, ma che valiamo per cento, tanto siamo agguerriti e affamati. Grazie. E come non ringraziare il mio amico-collega di scrivania e di “caverna” Francesco Paolucci . Scrivano fantastico che con le sue “pillole” di sapere rinfranca sempre la mente e il fisico provato da virus e batteri culturali, inoculati a forza dall’ignoranza della nostra “nobiltà” federale, a suon di “Quanno ce vò ce vò!”.
E mentre scrivevo questi ringraziamenti di fine anno, mi comunicavano che Babbo Natale aveva depositato sotto gli alberi e nelle calze di noi Infermieri italiani, un regalino per il nuovo anno. Non ci vedevo più dalla gioia. Gli occhi mi lacrimavano e la luce del pacco dono mi abbagliava. L’ho aperto e la paura di una sincope mi ha pervaso e scosso le ossa: un aumento della quota annuale OPI, dall’ultima deliberazione, astro del ciel caduto quaggiù come le Geminidi in questo periodo. Ed ho pensato e detto tra me e me: “Grazie Babbo Natale. Grazie tanto. Mi sa tanto che con la vecchiaia non capisci troppo bene le letterine di noi Infermieri, volevamo qualcosa di cadente , ma non questa. Grazie a te per questa magnanimità non meritata. Dovevamo proprio noi finanziare il libro donato alla Ministra Grillo l’altro giorno? E che sarà mai, un libro antico tipo quelli de “Il nome della Rosa”?
Grazie a tutta la mia Associazione APSILEF, una famiglia senza eguali! La nostra unione ci sorregga e si rafforzi sempre più nel nuovo anno. Grazie a tutto il Direttivo, ai Comitati, ai Gruppi Regionali, a tutti i Soci Ordinari e Sostenitori, al Consulente Legale. Rispecchiamo tutti insieme la forza d’animo della specialistica, il valore insito in questa trasversalità nuova e le critiche ci servano a comprendere che siamo sulla giusta via.
Altro non dico, se non Grazie e Auguri di cuore a tutti !!!!!!!!!!!!!
Inf. Legale Forense Ufficio Stampa APSILEF Giovanni Trianni