Ho pensato al significato della parola Federazione. Esso focalizza l’attenzione su scopi comuni a tutti gli appartenenti alla stessa, realizza interessi per gli affiliati e, come dice il Treccani: “Realizza comuni interessi di difesa di valori materiali e morali (se ne hanno esempi dal sec 16°)”.
Cioè in quel lontanissimo secolo gli uomini ne erano ben a conoscenza, quindi.
Quel periodo segnò notevolmente l’animo umano, molti accadimenti lo dimostrano: il Rinascimento era al culmine, ma la cornice fu ricca grazie a Riforma e Controriforma, guerre per la Religione insomma, ma anche molte per la supremazia, nelle quali spiccarono mercenari ed esploratori.
Ma in tutto questo antico struggersi di un periodo storico che toccò la fine del Medioevo, credo che in effetti, se ovunque si fosse guardato nel bene e nel male il senso di appartenenza e affiliazione tenne sempre in alto la suddetta difesa dei valori materiali e morali di siffatte unioni dei propri adepti.
Nella nostra quotidianità abituati ad affrontare questioni inconcludenti e scarne di mezzi, di soluzioni ormai desuete e non più attuali, usiamo spesso questa frase.
“Stiamo ritornando al Medioevo!!”
Cosa non sempre vera. Guardare indietro serve sempre, evidenziare ai nostri tanto acclamati allori da dove stiamo venendo, aiuta nei successivi passi.
Guardare chi eravamo e cosa stiamo diventando.
Siamo infermieri. Ma chi eravamo? Siamo qui ora, per merito di chi?
La nostra tenacia, il senso di appartenenza che ci ha sempre contraddistinto sembra perdere pezzi per strada.
La continue lotte e i riconoscimenti ci stavano rinsaldando, le Leggi c’erano, un’identità professionale ferma e prospera con alti e bassi ci stava stringendo come accoliti intorno ad un simbolo associativo che dovrebbe sempre realizzare comuni interessi di difesa di valori materiali e morali come avveniva, appunto già nel lontano fine-Medioevo.
La Federazione nazionale degli Ordini degli infermieri (FNOPI), che dovrebbe segnare il passo alla nostra crescita quale professione intellettuale oramai allo stesso piano di quella medica, che dovrebbe innalzare il riconoscimento e favorire il palco alle competenze acquisite, e comunque tanto auto-sponsorizzate e pagate a caro prezzo da numerosissimi colleghi, butta giù il castello di carte costruito ai danni degli infermieri legali forensi, si tira la zappa sui piedi.
Il neo protocollo siglato tra FNOPI, Consiglio Superiore della Magistratura e Consiglio Nazionale Forense sta gettando scompiglio nel nostro intelletto; l’incoerenza, il cambio di rotta, l’inspiegabile agito a disconoscenza del proprio passato atterrisce ed inconsapevolmente non mette in buona luce il percorso di un’amministrazione che dovrebbe rivelarsi sempre coesa e incline al rispetto di ciò che è stato fatto.
Coerenza, rispetto, soldi e tempo buttati nella spazzatura, da parte di chi già nel lontano 2005
iniziava a lavorare per l’introduzione di questa specialitica: Cristina Busetti, Caterina Di Viggiano, Barbara Mangiacavalli, Giovanni Muttillo, Marialucia Portato e Roberta Salvadori. Questi istituivano un gruppo di lavoro in infermieristica legale per la produzione di linee guida nell’area giuridico-legale con l’intento di fornire agli infermieri una specifica preparazione per individuare, valutare e prevenire il rischio professionale correlato all’attività assistenziale.
Ora, secondo questo protocollo di intesa, per poter accedere all’ Albo dei Periti (in sede Penale) ed all’Albo CTU (in sede Civile) nei Tribunali italiani sarebbero previsti dei requisiti.
Tra i requisiti primari, punto saldo ed inequivocabile è il possesso della Laurea Magistrale.
Chi è in possesso del Master di I o di II livello in Infermieristica Legale e Forense farebbe meglio a farci uno spessore per la gamba del tavolo che zoppica. Gettarlo ai pesci!
Mi chiedo perchè? Perchè lo fecero? Se poi oggi non possiamo sentirci uniti e chiamarci Federazione…..
Forse meglio ritornare al Medioevo, almeno le lotte avevano un senso, almeno prima si combatteva uniti per uno scopo…. perfino i mercenari.
Dott. Giovanni Trianni, Ufficio Stampa Apsilef