La Procura chiude l’inchiesta sul decesso di Paolo Giuliano
Il paziente è caduto a terra poco prima di fare la radiografia
NUORO. Avrebbe dovuto essere un esame di routine, una semplice radiografia, ma purtroppo, quei pochi minuti, a Paolo Giuliano sono costati la morte. Era il 22 maggio 2014, e l’ex maresciallo dei carabinieri di 67 anni residente a Cala Gonone, era ricoverato all’ospedale San Francesco di Nuoro per diversi problemi di salute. I medici gli avevano prescritto alcune analisi e una di queste, una radiografia per l’appunto, l’avrebbe dovuta fare proprio quel giorno di fine maggio.
Secondo l’inchiesta che in queste settimane è approdata alla sua fase finale e che a metà del prossimo mese di novembre approderà davanti al gup per la prima udienza preliminare, tuttavia, quel giorno qualcosa era andato storto. Come sostiene il sostituto procuratore Giorgio Bocciarelli, nell’avviso di chiusura dell’indagine, infatti, a causa di alcune omissioni da parte di una infermiera, il 22 maggio del 2014, «il tecnico di radiologia faceva eseguire a Giuliano Paolo in posizione eretta l’esame radiografico nel corso del quale il paziente cadeva a terra sbattendo la testa su di un tavolo e riportando lesioni che determinavano il decesso (o comunque lo acceleravano aggravandone le condizioni) in data 22 maggio 2014, ovvero a distanza di soli tre giorni dall’ingresso in ospedale».
Secondo l’accusa, insomma, tre anni fa, Paolo Giuliano era morto per le conseguenze di una brutta caduta vicino al macchinario che si utilizza per fare le radiografie. Non era in grado di reggersi in piedi e questo, sempre stando alla tesi dell’accusa, l’infermiera che avrebbe dovuto dare disposizioni per accompagnare Giuliano nel reparto di radiologia, si sarebbe dimenticata di specificarlo.
L’infermiera iscritta nel registro degli indagati è Maria Muggianu, nata a Dorgali nel ’61, ma domiciliata a Nuoro. Il reato che le ha contestato la Procura, come sempre avviene nei casi di morti in ospedale, è quello di omicidio colposo, è l’articolo 589 del codice penale.
«In qualità di caposala – si legge nell’avviso di chiusura delle indagini – in servizio presso il reparto di Medicina dell’ospedale San Francesco di Nuoro, e come tale titolare di specifica posizione di garanzia nei confronti dei pazienti, per imperizia nell’esercizio della professione infermieristica, cagionava o comunque accelerava, aggravandone le condizioni, la morte di Giuliano Paolo, paziente per il quale risultava, nella scheda valutazione rischi cadute redatta dallo stesso ospedale, un valore pari a 5, classificato nella scala di Conley come rischio caduta medio».
In particolare, secondo l’accusa, la caposala «non tenendo conto del valore pari a 5 riportato nella scheda rischi cadute del paziente, ometteva di dare specifiche disposizioni per l’accompagno del paziente presso i laboratori di radiologia». E per questo, il tecnico di radiologia «faceva eseguire a Giuliano in posizione eretta l’esame radiografico.