I pregiudizi della professione infermieristica dovuti ai mass media.
Un argomento quello degli stereotipi e dei pregiudizi da molti studiato, e che è presente ancora oggi nella professione infermieristica. È vero i tempi, per fortuna, sono cambiati e l’evoluzione degli Infermieri è sempre più crescente tra alti e bassi.
Ma non possiamo dimenticarci che nel senso comune della popolazione sopratutto Italiana, i luoghi comuni, legati agli Infermieri e al loro lavoro, sono presenti nella cultura quotidiana, una cultura sanitaria legata da moltissimi anni alla figura medica.
Il nostro sistema sanitario è medico-centrico e le altre figure sono soltanto un “corollario” a questa figura. È vero si parla di multiprofessionalità e multidisciplinarietà, équipe ecc., ma nella realtà le cose non sempre sono così. Raramente la responsabilità di dipartimenti, di gruppi di lavoro o di decisioni strategiche vengono affidate a figure fuori dal mondo medico.
Le cose stanno cambiando ma non dobbiamo mai abbassare la guardia e tenere sempre presente i possibili ritorni e le eventuali ricadute di un “passato che non ci appartiene più“, ma che comunque esiste, e che forse qualcuno ha interesse a non far sparire del tutto. È necessario quindi analizzare i fenomeni sociali e culturali per capire l’evoluzione del pensiero che in una data società può modificare il senso comune e la “visione” sulla realtà delle cose e dei fenomeni.
Ringraziando il prof. Marcello Fedi professore dell’ Università di Firenze e l’infermiera Jessica Bindi autrice di una bella Tesi di Laurea su “La fisiognomica nell’assistenza Infermieristica” da cui ho ripreso alcuni dati importanti per questo articolo che possiamo ben collegare a un nostro articolo precedente dal titolo “Luoghi comuni e stereotipi sugli infermieri” così da poter avere un quadro abbastanza completo su questo fenomeno.
La professione infermieristica ha subito un’evoluzione epocale nel corso della storia contemporanea ma cinema e televisione sono responsabili della diffusione di un’immagine dell’infermiere spesso approssimativa e lontana dalla realtà e purtroppo l’immagine fornita appunto dalla televisione è quella di cui si fida la popolazione.
Esistono molte serie televisive o cinematografiche che vedono gli infermieri come protagonisti o come semplici comparse ma nella maggior parte la figura che ne viene fuori non è quella che rispecchia la realtà semplicemente perché la figura che viene usata è molto distorta e lontana dalla realtà. Del resto grande e piccolo schermo, nel corso degli anni, hanno rappresentato una figura stereotipata, frutto dell’immaginario collettivo e slegata da qualsiasi reale fondamento.
In un recente articolo di Giorgio Giuliano ci si propone di valutare la percezione sociale degli infermieri attraverso i nuovi canali di comunicazione, concentrandosi particolarmente sul sito di video YouTube; l’autore ha digitato le parole “infermiere”, “infermiera”, “infermieristica”, “infermieristico” e ha analizzato i risultati suddividendo i video in due categorie a valore positivo e negativo.
Ha preso in considerazione ben 155 filmati di cui 47 (30%) propongono contenuti positivi sulla percezione sociale della professione ma ben 108 (circa il 70%) hanno un valore negativo. Se consideriamo però che i primi ottengono una media di 59 visualizzazioni alla settimana e i secondi ben 844 visualizzazioni questi dati risultano ancora più significativi.
Se cerchiamo su internet telefilm o film riguardanti gli infermieri vengono fuori delle figure retoriche molto lontane dalla realtà; la principale che compare anche solo scrivendo la parola infermiera è quella dell’infermiera sexy, con addosso abiti succinti, vista come oggetto sessuale dai propri assistiti; è uno degli stereotipi principali delle commedie sexy degli anni ’70 ma tuttora oggi è uno dei temi portanti della commedia all’italiana.
Alcuni dei principali film che presentano questa figura sono:
- Si spogli….. Infermiera di R. Asher (1963)
- L’infermiera nella corsia dei militari di M. Laurenti (1979)
- L’infermiera di N. Rossati (1975)
- L’infermiera di notte di M. Laurenti (1979)
Tale stereotipo non aiuta certo la professione infermieristica poiché è la prima idea sbagliata che viene fatta dalla popolazione maschile; appena parli con qualche persona e dici che lavori come infermiere o che studi come infermiere subito alla mente possono comparire le idee errate create anche dalla visione di certi film o dalla idea comune sviluppata su questa professione. “Difficilmente troveremo persone che pensino alla ricerca scientifica in ambito infermieristico o alla necessità di specializzazioni per questa professione”.
Ma come mai la gente ha questa idea della nostra professione?
Sicuramente, come abbiamo già detto, molti sono influenzati dall’immaginario collettivo, con un’immagine che deriva da un passato in cui erano proprio le donne di facili costumi ad eseguire queste professioni dato che nell’antichità erano le uniche che potevano permettersi di toccare il corpo di un uomo; probabilmente questa associazione ha influito nel creare un’immagine scorretta della professione infermieristica.
L’unica cosa che non si riesce a capire riguardo questa associazione è che per la maggior parte degli anni le infermiere erano le suore che vivevano nelle scuole convitto, ma perché questa immagine non ha prevalso nell’immaginario collettivo? Perché non viene detto che le infermiere sono tutte delle suore?
Un’altra immagine dovuta ai mass media è quella dell’infermiere visto come eterno consolatore e in questi film lo scenario è quello della guerra, in cui tra le sofferenze e le tragedie l’infermiera spicca per la sua forza morale ed emotiva e la sua bontà.
In questi film nasce per la prima volta l’immagine delle “crocerossine”, un’infermiera che indossa un’uniforme in cui viene rappresentata una croce rossa simbolo appunto degli ospedali. Esistono molti film che rappresentano quest’ immagine:
- L’angelo bianco di W.Dieterle, biografia di Florence Nightingale (1963)
- Addio alle armi di F. Borzafe (1932)
- Angeli della notte di G.Stevens (1940)
- Pearl Harbor di M.Bay (2001)
Secondo uno studio dell’università “La Sapienza” di Roma si aggiungono altre due figure; la prima è quella dell’infermiere goffo e patetico, spesso usato come capro espiatorio e oggetto di scherno degli altri operatori.
- Gli infermieri della mutua di G. Orlandi (1969)
- Un sacco bello di C. Verdone (1980)
- Le comiche 2 di N.Parenti (1991)
- Ti presento i miei e Mi presenti i tuoi di J. Roach (00/04)
Anche questa immagine continua a essere presente ancora oggi dato che gli stessi pazienti non si fidano nel chiedere informazioni o spiegazioni agli infermieri poiché non li ritengono all’altezza; molti infatti non sanno che prima di diventare infermieri vi è un lungo percorso didattico e formativo che prepara in modo scientifico e umano il professionista infermiere fornendo capacità e competenze.
La seconda invece è definita come l’immagine dell’infermiere reale, finalmente un professionista che viene inquadrato e descritto nello svolgimento dei suoi compiti ed è rappresentata da serie tv e simili. È proprio grazie ai telefilm più recenti che la figura sociale dell’infermiere sta abbandonando almeno alcuni degli stereotipi che da troppo tempo si porta dietro, e sta riuscendo a mostrare la realtà del lavoro infermieristico, anche se solo in parte e con particolari romanzati.
Numerosi infatti sono i “medicaldrama” che ogni giorno vengono mandati in onda da emittenti televisive nazionali e internazionali.
- Amico mio
- Medicina generale
- La dottoressa Giò
- Grey’s Anatomy
- E.R.
- Scrubs
- Nurse Jackie
- RoyalPains
- Mercy
- Nip/Tuck
- The Nurse
Solo negli ultimi anni le figure infermieristiche riescono a far parte di film e telefilm ricoprendo un ruolo semi-realistico o professionalizzante e non sottolineando i luoghi comuni e gli stereotipi.
Anche se non fa parte del tutto della categoria dei mass media si vuole citare anche un cartone animato che tratta la figura infermieristica ovvero la famosa “Candy, Candy”.
Questo cartone animato è stato trasmesso a partire dagli anni ’80 ed è tratto da un manga disegnato da Yumiko Igarashi, pubblicato nel 1975. La storia inizia nei primissimi anni del 1900, con l’abbandono dell’orfana Candy, la quale sarà successivamente adottata da una potentissima famiglia aristocratica, i Legan. Dopo svariate avventure Candy capisce quale sia la sua missione nella vita e cioè diventare Infermiera; già da piccola aveva dimostrato attitudine e interesse a prendersi cura degli altri. Mentre negli Stati Uniti entrano in guerra, Candy si trasferisce a Chicago per lavorare presso il principale ospedale della città, il Santa Johanna.
Adesso questo cartone non è più trasmesso, ma sicuramente ha avuto un grosso impatto emotivo sui bambini dell’epoca e sull’identificazione dell’immagine della crocerossina che diventa infermiera solo perché la sua è una vocazione e una missione.
Fisiognomicamente parlando la protagonista ha capelli biondi e occhi azzurri, caratteristiche che sono diventate essenziali per diverse tipologie d’infermiera.
Se digiti sul web la parola infermiera vengono fuori svariate immagini, che passano dall’infermiera sexy alla crocerossina e molte di loro hanno appunto capelli biondi e occhi chiari; che siano solo coincidenze?
Nei testi fisiognomici le persone con i capelli biondi sono quelle che hanno più sensibilità d’animo, e gli occhi chiari invece sono indice di bellezza e di forza di volontà, tutte caratteristiche che un’infermiere dovrebbe avere.
Purtroppo non solo la televisione influisce nel creare un’immagine di noi totalmente distorta.
Quando parliamo di ricerca pensiamo mai agli infermieri? Quando pensiamo all’evoluzione del benessere e alla qualità di vita, ci viene mai in mente l’utilità della professione infermieristica? Facciamo ragionamenti a livello politico e sociale sulla tenuta del sistema sanitario grazie anche all’apporto e supporto clinico-scientifico degli infermieri? In altri paesi questo avviene e in Italia? A che punto siamo? Voi cosa ne pensate? Quali sono le vostre esperienze?
di Marco Alaimo marzo 2016
http://www.nurse24.it/infermieri-stereotipi-luoghi-comuni-candy-candy/