2016: Lo Stato italiano è stato condannato dalla Corte europea a risarcire 350 pazienti contagiati da hiv, epatite e altre malattie in seguito a trasfusioni di sangue infetto
Ben 10 milioni di euro: tanto lo Stato dovrà versare nelle tasche delle 371 persone che, dopo aver subito per errore trasfusioni di sangue infetto, sono state contagiate da hiv, epatite B e C e altre malattie. A stabilirlo è stata la Corte europea dei diritti umani, che, per l’appunto, ha appena ingiunto all’Italia il risarcimento nei confronti dei pazienti “infettati da vari virus durante trasfusioni per trattamenti curativi o interventi chirurgici”. In verità, le vittime di trasfusioni con sangue infetto, avvenute tra gli anni ’70 e gli anni ’90, sono circa 120 mila: la sentenza attuale riguarda solo parte degli 800 che si sono messi insieme per presentare ricorso, una “causa pilota”, come ha spiegato a La Repubblica l’avvocato Paola Perrone, “attorno alla quale sono stati riuniti gli altri ricorsi in materia presentati sul territorio nazionale”. Gli indennizzati, stando a quanto racconta Il Tirreno, sono cittadini italiani nati tra il 1921 e il 1993 e che vivono tra Italia e Australia.
Per la precisione, i giudici di Strasburgo hanno stabilito che il risarcimento di 100 mila euro, stabilito dal governo Renzi con la legge 114, è “adeguato”, ma che il ritardo nella liquidazione degli indennizzi è eccessivo e dunque passabile di ulteriore ammenda. Tutte le vittime di emotrasfusioni infette avevano richiesto – e ottenuto – il risarcimento già nel 1992; con i primi tentativi di transazione, nel 2007 e nel 2014, sono stati risarciti solo alcuni di tutti gli aventi diritto. E ora, a rimettere ordine, è arrivata la sentenza di Strasburgo.
Fonte: Wired.it